[Elenco dei Nomi]

(...segue) Ranalli Pasquale
agricoltore, politico, Montesilvano (5-10-1905)

[Inizio Voce]


si deve al fatto che egli era poeta in fondo; e, generoso come gl'inebriati d'aer sacro, pensava più a far ammirare le uve, il suo aleatico, le sue mele, i suoi fichi secchi, le sue olive, che a realizzare quell'utile, che poteva rendere ricco un grande calcolatore. Era tale e tanta la passione che egli aveva per i campi, che non era andato quasi mai in una grande città, e in paese si curava poco di cose amministrative. La grande politica però dei cuori nobili e fervidi, la Risurrezione d'Italia lo accese e, se non gli fu dato di correre a combattere sui campi di Palestro e di Solferino, egli fu il capitano della nostra guardia nazionale che tanti servigi rese al nostro paese in quei momenti difficili. Intanto il giovine cav. Giovanni Ranalli, mentre si preparava a far parte del parlamento italiano per portarvi tutta la sua straordinaria energia, divenia cieco e moriva poco dopo. Pareva che quella famiglia di lottatori non avesse dovuto far più sentire, nelle vita pubblica, quella forza conquistatrice, affascinante. E Montesilvano era un paese medievale nel vero senso della parola... Ci fu un grido di protesta; lo raccolse Pasquale Ranalli con l'entusiasmo de' forti, e Montesilvano ebbe un'era di risveglio. In breve tempo avemmo l'illuminazione pubblica, la diligenza postale e un indicibile miglioramento in tutti i pubblici servizi. Si costruì il magnifico largo Belvedere, per cui egli diede non solo una quota tripla a quella degli [altri] possidenti, ma tante pietre quante ne erano sufficienti per costruire una buona casa, parecchie botti di vino per complimentare gli operai tutti i giorni, e la sua opera costante, indefessa di direttore. In questo tempo egli s'era dimenticato dei suoi campi, tanto dolci una volta. E quante lotte sostenne per la sua Montesilvano ch'era

(segue...)