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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
medico, Isola del G. Sasso (16-12-1906) Isola del G.S. 13-12-1906 — Un dolore infinito, forse una febbre interna, letale dello spirito fiaccarono la sua fibra, ancor rigogliosa: nè la mite speranza, che vedeva fluire, quasi rigeneratrice della stessa sua vita, sul viso ingenuo di tanti figli, ebbe tale forza, da vincere quel dolore dominante, quella prima avvisaglia della Morte vicina... Morì egli, l'illustre amico, come visse, con la Fede bella e suprema nel cuore, sola sua ultima ospite spirituale, quando l'Ideale di una vita lunga e dolce, nel mite, casto seno della famiglia, vedeva sparire lontano, nell'evanescente tramonto di tanti desideri innocenti.... Visse, vero civis integerrimo, da vero e coscienzioso cultore della scienza medica, nel cui difficile campo militò ardito e geniale con la sua non comune dottrina, con le energie della sua vitalità psichica intensiva ed evoluta. Visse....; ma la sua vita umana non fu quella, di cui i mediocri fanno espediente ad un'acquisizione di conoscenze superficiali, con le velleità della Gloria, fosse pur regionale e temporanea.... Egli visse per sè: studiò senza provar stanchezza, racchiuso nella meditazione profonda del suo ministero professionale, quasi un egoista del pensiero...; e, sul libro, rese organiche, coerenti le sue nozioni, acquisì la energia dell'intuizione professionale, pregio superbo della sua cultura. Nè le sue facoltà intellettive furon versate solo nella branca unilaterale della sua arte, ma ricevettero maggior contributo di sapere da una bella padronanza degli studii letterari. E per la mnemonica poetica fu senza pari. In vero dotato di una fervida memoria, prima base del suo «Io sciente», atteggiò la materia medica a studio quasi ricreativo, la plasmò secondo un lato, tutto soggettivo, d'interpretazione
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