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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
medico, patriota, Campli (20-12-1906) «Un compianto di popolo, così spontaneo e così largo com'è difficile trovarne altro esempio, ha seguito in Campli la salma del dott. cav. Pancrazio Caravelli, morto nella notte di sabato scorso all'età di anni 76, dopo avere coraggiosamente sopportato un male che aveva fiaccate le sue energie fisiche. Non così quel male, o altre traversie nella vita, avevano potuto vincere le energie morali del Caravelli, e specie quella sua fierezza e indipendenza di carattere che lo rendevano rispettato da tutti, e la saldezza indomita dei suoi sentimenti liberi, in omaggio ai quali non volle che al letto di lui morente si avvicinassero i sacramenti. Pancrazio Caravelli fu da giovane un cospiratore, e poiché non sapeva celare il moto generoso della sua anima, fu perseguitato dal governo borbonico ed espulso da Napoli, ove si era recato a completare i suoi studi. Tornato in Campli non si ristette dal cospirare e dal promuovere agitazioni. Maturandosi intanto i tempi, egli, insofferente di indugi, si arruolò nelle file garibaldine, partendo da Teramo col battaglione comandato dal Tripoti, e nel 1860 combatté valorosamente al Macerone contro l'esercito borbonico, contribuendo a preparare in tal modo la vittoria del Volturno, e guadagnando il grado di capitano. In ricompensa dei servizi resi, al dott. Caravelli fu offerto il posto di direttore del Bagno Penale di Girgenti, ch'egli accettò, dando prova di capacità e di energia. Poi passò a quello di Nisida e di Porto Ferraio. In Girgenti si distinse nel prestare soccorsi durante l'infierire del vaiolo e meritò la medaglia di benemerenza. Altre benemerenze compì ancora nel campo politico. Partecipò alla repressione del brigantaggio, prese parte all'attacco della fortezza di Civitella
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