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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
medico, giudice conciliatore, Castilenti (5-3-1911) [Inizio Voce]ne apprezzavano i saggi e prudenti consigli. Era instancabile nel suo gravoso esercizio professionale: arso dal sole d'estate sfidando il freddo e la neve d'inverno, digiuno per intere giornate, il buon Lino accorreva al letto dei suoi malati appassionandosi per loro con ardore giovanile, con interesse di scienziato. Rivestì pure la carica di ufficiale sanitario ed in tale campo dimostrò profonda competenza, scrupoloso adempimento dei proprii doveri, riuscendo mirabilmente a conciliare - con fino senso pratico - le esigenze dell'igiene con la realtà delle cose. Né soltanto nel campo professionale fece rifulgere la sua azione. Giudice conciliatore per quasi vent'anni, diede prova di competenza nell'interpretazione delle leggi e di saggezza nel risolvere i casi pratici della vita; e la sua imparzialità, la speciale attitudine a sapere conciliare gli animi più discordi, la sua costante rigidezza nel deplorare ogni quistione immorale, contribuirono a renderlo sempre più un uomo amato, rispettato, temuto. Ed il rimpianto per la sua irreparabile perdita fu generale, unanime, profondamente sentito: nella camera ardente, improvvisata in quella ridente cameretta, che lo aveva visto felice nelle intime gioie della famiglia e degli amici più cari, tutto un popolo si riversò per un'intera giornata a piangere, a pregare, a porgere l'estremo bacio alla salma adorata. Ed i funerali riuscirono grandiosi, imponenti, solenni! Fin dalle prime ore del mattino nel 14 si notava pel paese un insolito affollamento di contadini, venuti dai più lontani casolari e di persone dei paesi vicini, dove l'estinto aveva larghe simpatie ed amicizie carissime. Da Castiglione Messer Raimondo, da Villa Bozza, da Penne, da Atri, giungevano mano mano amici, conoscenze, rappresentanze, corone: alle 10,30
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