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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
politico, Loreto Aprutino (9-1-1913) Loreto Apr. 7-1 — L'altra mattina si spegneva, nell'ancor giovine età di 54 anni, il cav. Camillo Vicini. A nulla erano valse le più assidue ed amorose assistenze dall'affettuosa consorte, oggi vedova inconsolabile; delle sorelle, dei nipoti; a nulla era giovato la parola dei principi della scienza medica chiamati al di lui capezzale (Murri, Marchiafava, Arcangeli, Tinozzi, Ferretti etc.) coadiuvati dai medici curanti dott. Gerardo Rasetti e dott. Giovanni de Intinis, quest'ultimo nipote dell'Estinto, che avevano posto ogni cura minuziosa e costante per allontanare l'ora fatale. Chè il morbo crudele che lo minava da parecchi anni, è stato inesorabile. Il nome del cav. Vicini è troppo noto nella regione per tentare di farne una qualunque apologia. Egli, prima che la crudele malattia che lo ha ucciso lo costringesse a ritirarsi dalla vita pubblica, era, per influenza ed autorità, il principale nostro cittadino. Egli per molto tempo fu Consigliere del Comune, Direttore della Cassa di Risparmio, Consigliere della Provincia e anche Membro della Dep. Provinciale. In queste ultime cariche molto oprò per il benessere del nostro mandamento, specialmente per la quistione stradale. Fornito di mente equilibrata e geniale, dette un impulso notevole alle nostre civiche istituzioni, lasciando traccia durevole ed efficace ovunque praticò la sua illuminata attività. E dobbiamo a Lui se la nostra Cassa di Risparmio è oggi una delle prime della Provincia e forma uno dei fattori capitali della nostra vita economica. Nella vita privata fu lavoratore indefesso e tenace: fu tra i primi a dare vigore al commercio oleario; e dell'industria dell'olivo, come dei vini, fu benemerito patrocinatore. Le esequie, compiute questa mane, sono state di un'imponenza insolita, degna dell'Uomo scomparso. Già un manifesto, firmato da parecchi notevoli cittadini, invitava tutte le classi sociali a partecipare con solennità ai funerali. E tutta la cittadinanza ha risposto, all'appello. [appr.]
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