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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
medico, presidente della banca cooperativa, Teramo (15-4-1915) [Inizio Voce]abbia fatto la nostra città, di quale tempra di uomo e di galantuomo sia stata privata per questa morte la nostra cittadinanza, è più facile, in questo momento doloroso, sentire che esprimere. Uscito da quella insigne palestra napoletana, dove, con altri valorosi il Mayer, l'Antonelli, accolsero, educarono e dettero poi forti e agguerriti all'Italia nostra tanti ingegni ed animi nobilissimi di sanitari sapienti, di studiosi altamente benemeriti, Gaetano Pirocchi dové molto senza dubbio all'efficace insegnamento ed all'esempio dei suoi grandi maestri; ma molto più, assai più egli dové a sè stesso, spirito indipendente ed originale. Nato nell'11 Febbraio 1839 da famiglia modesta a Miano, del popolo ebbe tutte le doti migliori. In lui energia, in lui attività senza pari, ingegno pronto, spirito combattivo e cortese ad un tempo, ma tenace sempre. Studente a Napoli, professionista emerito sopratutto come ostetrico per cui anche oggi vanno alla sua memoria le benedizioni di tante famiglie cui ridonò con la salvezza delle madri la pace e la felicità, datosi alla vita pubblica seppe conquistare mano mano i primi gradi del Comune, nella Congregazione di Carità, e nella Banca Popolare della quale fu uno dei fondatori. Nella amministrazione di questo importante istituto di credito portò sempre uno spirito illuminato dalla più sennata filantropia, mirando a favorire costantemente la classe operaia e le istituzioni cittadine. E così lo vedemmo nostro fervido cooperatore nel far concedere a mite interesse i capitali necessari, sia per la costruzione delle case popolari e sia per la provvista di grani al Comune, nei gravi attuali momenti di crisi. Allorché si agitava il grave quesito della costruzione per la nostra Banca di una nuova sede, divenuta indispensabile, egli con tutto l'entusiasmo
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