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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
avvocato, tenente, Zona di guerra (22-8-1915) [Inizio Voce]delicata e forte, quel cuore generoso aperto ad ogni bella e buona iniziativa, ad ogni nobile idea, Ricciardo, il fiore della gioventù teramana, la speranza sicura e il conforto di tutti i suoi amici non era più: la stupenda creatura, vigorosa come un uomo, delicata come una fanciulla, era distrutta! Caduto all'inizio quasi della guerra, anche da lui auspicata e voluta come una riscossa ideale senza neppure il conforto di vederne l'esito sicuro..... Ho sofferto come mai nella mia vita; e mentre il conducente accelerava per istinto la marcia verso il fronte, ho pianto disperatamente, come un bambino, l'amico estinto, con singhiozzi che mi laceravano il petto. Presso l'Isonzo ecco i primi colpi di srapnel. Lasciammo l'autocarro per non esporlo inutilmente, e De Santis ed io, sulle biciclette, traversammo il ponte di barche e raggiungemmo Sagrado. Il caso ci assiste, e dopo brevi ricerche, ecco dei soldati del Reggimento suo, ecco dopo poco un teramano, Raffaele Rozzi, che ci guida presso altri, e così con febbrili indagini possiamo rintracciare col tenente De Carolis e il Rozzi il luogo ove il povero Ricciardo è sepolto. Entro una linda casa bassa e lunga, in un orto grazioso, ai piedi di un gruppo di muse rigogliose, che sembrano stendere su di lui, quasi a proteggerlo amorevolmente, le larghe foglie, un cumulo di terra mossa di recente e battuta dal sole: accanto altri cumuli e delle croci di legno, sopra, come fiori gettati dal nemico al nemico eroico caduto, innumerevoli pallottole bluastre di srapnel. Ricciardo è là sotto, in un ambiente bello, forte e sereno qual'era la sua anima, e giace disteso guardando verso la deliziosa collina, vicinissima, di S. Michele, il terribile baluardo austriaco, ove ha combattuto ed è morto! Non dirò l'angoscia di quell'ora!
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