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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Roma (16-12-1915) Vinto da male crudele si è spento stamane appena quarantenne Pasquale Cerulli-Irelli Dottore in legge. La moglie Ninina Tenerelli con i tre piccoli figli, i fratelli Gastone, Vincenzo, Serafino, le cognate, i parenti tutti ne danno affranti il tristissimo annunzio. Teramo 12 dicembre 1915. — La morte di Pasquale Cerulli ha prodotto vivo dolore nella nostra città, perchè tutti amavano e stimavano l'egregio giovane per le doti veramente non comuni di mente e di cuore. Dotato di ricco censo egli avrebbe potuto, come tanti fanno, passare la vita nell'ozio inutile ed infecondo, mentre amò lo studio ed il colto ingegno di lui ebbe così modo di manifestarsi in brillanti prove, che purtroppo furono interrotte da malattie precoci, che lo hanno innanzi tempo condotto al sepolcro. Né meno eletto dell'ingegno fu il suo cuore, che fu aperto a sentimenti di umana pietà verso tutti gl'infelici ch'egli soccorse sempre di consiglio, non meno che di aiuti materiali. Negli ultimi tempi l'aggravarsi del male lo aveva quasi interamente sottratto alla vita cittadina, e non senza grande e dolorosa impressione noi lo vedemmo mesi dietro in preda alla devastazione che in lui andava compiendo il male crudele; ma non ci saremmo mai aspettato tanta rapidità di catastrofe, onde il dolore per la sua scomparsa è stato in tutti anche più intenso. Ieri ebbero luogo i funerali, che riuscirono solenni ed imponentissimi. La salma arrivò da Roma col treno del mattino e fu trasportata alla Chiesa dello Spirito Santo, e di lì, nel pomeriggio, il corteo mosse alla volta del Cimitero. Un largo numero di amici e di estimatori seguiva il carro, che era ricoverto di splendide corone. A Porta Reale parlarono dell'Estinto, e in modo degno di Lui prima il sig. avv. Antonio Mariani, poi il dottore Tommaso Pirocchi, e terzo il Sindaco di Teramo che salutò la salma a nome della città.
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