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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
astronomo, Merate (19-6-1927) [Inizio Voce]Egli che fin dalla giovinezza orientava la sua mente verso ardui, ma seducenti problemi celesti, portandovi con l'ardente passione un felicissimo intuito, Egli, che fece scoverte che lo posero in primissima linea tra gli astronomi, forse, anzi certamente, è felice che morte l'abbia districato dall'involucro della carne per avvicinarlo a ciò che lo spirito suo proteso anelava: le opere della creazione! Sì! Vincenzo Cerulli fu un profondo credente in Dio; e noi stessi lo abbiamo visto molte volte pregare negli angoli più solitarii delle nostre chiese. Si può dire che nella sua vita si condensarono i millennii dell' angoscia che ha pervaso sempre l'umanità nel desiderio di sapere i misteri dei cieli. Per ciò non amò, anzi non conobbe le passioni politiche che albergano brucianti nei cuori di tanti uomini sia modesti che insigni. Teramo a questo suo figlio, che ha voluto dormire l'ultimo sonno nella terra che lo vide nascere, tributò i massimi onori nel giorno dei funebri. Tutti i giornali han pubblicato la cronaca delle esequie le quali furono veramente degnissime ed eccezionali. I discorsi, pronunciati avanti al Feretro, ritrassero la figura di Vincenzo Cerulli nella sua interezza, quasi possente blocco di prezioso metallo, e nella magnifica epigrafe del prof. Luigi Savorini c' è, in sintesi, il sentimento di tutta la cittadinanza teramana, orgogliosa oggi, più che mai, del Grande Fratello entrato nell' Immortalità. — Vincenzo Cerulli. — Per la prima stella — Che scoperse e chiamò Interamnia — Egli scrisse, o Teramo, il tuo nome nei cieli. — Con la Specola — Per Cui salisti in fama tra le genti — T'accostò alle luci divine del firmamento. — Questo il retaggio del grande tuo figlio: — La fede che penetra il profondo mistero — La scienza che illumina l'universo — Certezza
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