78. - Ed anche il Veronese dovè saldare qualche conto, come si rileva da un altro dispaccio parimente diretto all'Audienza di Calabria ultra: "Magn.ci viri etc. Si è ricevuta l'informatione che ci havete inviata con la vostra delli 4 di maggio prox.° passato presa di nostro ordine in Gerace ad instantia del Rev.do Vescovo di quella città contra alcuni particolari laici di essa, et essendosi vista per noi et referitaci in questo regio Collaterale cons.° ci è parso per risposta di detta vostra dirvi sincome per questa ve dicimo et ordinamo che al recevere di questa la debbiate (sic) incontinente con ogni diligenza procurare de haver in mano Pietro Veronese inquisito tra l'altri in essa et carcerato che l'havereti debbiate incontinentemente mandarlo sotto buona e cauta custodia nelle carcere della gran Corte della Vicaria con vostro aviso a noi, verum offerendove plegiaria di venirsene à presentare fra termine di un mese dandola di d.ti mille debbiati liberarlo e permettere che venga inviandoci copia di detta plegiaria et aviso del dì della sua scarceratione acciò che non venendo fra d.to tempo si possa procedere all'accusa di quella. Dat. neap. die 30 junii 1612. El c.de de lemos". Ved. Reg. Curiae vol. 83, an. 1612-1616, fol. 24 t.°.
(313) I Registri Curiae (vol. 30 an. 1581-1588, fol. 241) recano solamente, in data del 21 gennaio 1587, l'ordine al dot.r Vello, Commissario di campagna contro fuorusciti e malfattori, di avere in ogni modo nelle mani il Duca di Amalfi. Il processo di eresia, che abbiamo potuto esaminare, reca la notizia della carcerazione sofferta, secondo i diversi tempi, nella Vicaria, nel Castello nuovo, nel Castello dell'uovo, e così pure quella della condanna avuta e della grazia concessa, oltre tutti i particolari de' fatti in materia di S.to Officio.
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