Mentre le armi normanne cominciavano con piccoli auspicii a mostrarsi in Puglia, i ribelli avendo uopo di più forti aiuti, non restarono di chiamare i Musulmani di Sicilia. I quali del mille e venti, accozzatisi con un Rayca, pugliese, assediarono e presero Bisignano849: che sembra la prima impresa dell'emiro Akhal. Si legge poi che di giugno del milleventitrè un kâid Gia'far con Rayca pose il campo a Bari; donde partitosi il dì appresso, espugnò Palasciano850: nel qual testo il nome va corretto forse Abu-Gia'far e sarebbe il medesimo Akhal851. Delle altre scorrerie di costui, delle arsioni e guasti e saccheggi in Calabria, vagamente accennati negli annali arabici852, ignoriamo i particolari, non avendo croniche cristiane di Calabria in questo tempo, ma sol qualche ricordo della Puglia. Tornò ad osteggiar la Puglia il milleventinove Gia'far, o Akhal, insieme con Rayca; assediò il castello d'Obbiano; e si ritrasse per accordo coi terrazzani che dessergli prigioni gli stranieri, com'ei pare, il presidio bizantino853. Stavano per cominciare in Sicilia i rivolgimenti che distrussero la dinastia kelbita e la dominazione musulmana, quando di giugno milletrentuno i Musulmani occupavan Cassano; e il tre luglio davano una rotta al catapano Potho854.
D'allora in poi non s'intende d'assalti loro in Terraferma, nè v'ha luogo a supporne, ove si consideri lo scompiglio dell'isola, la vittoria di Maniace, l'ingrossar dei venturieri normanni in Puglia e Calabria. I Musulmani che rimasero quivi fino al conquisto della Sicilia, erano rifuggiti o mercatanti.
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