Al suo modo di compilare supporrei piuttosto un enorme anacronismo che l'abbia portato a confondere questo Ibn-Asci'ath con l'autore della setta dei Karmati, del quale ho fatto cenno nel Libro III, cap. V, p. 116 di questo volume.
464 Confrontinsi: Ibn-el-Athīr, anno 336; Ibn-Khaldūn, Histoire de l'Afrique et de la Sicile, p. 165, 166, e il breve cenno del Nowairi presso Di Gregorio, p. 15. Il passo di quest'autore che Di Gregorio tradusse: «De perturbato rerum Siciliensium statu, et quod in earum administratione nonnulla vitia irrepsissent;» e M. Caussin: «La peine que lui donnaient les habitants et le mauvais état des affaires;» si renderebbe pił correttamente: «Che i Siciliani rimbaldanzivano, e piegavano al male;» cioč si disponeano alla ribellione.
465 Ibn-el-Athīr; da cui tenghiamo i particolari di questi fatti e di quei che seguirono all'arrivo di Hasan in Sicilia, non segna altre date che il tumulto di Palermo a 1° scewāl 335, e la elezione di Hasan il 336 (22 luglio 947 a 9 luglio 948). La Cronica di Cambridge non porta altra data dell'arrivo di Hasan che il 6456 (1 sett. 947 a 31 ag. 948); ma un fatto che racconta dopo, ci porta a supporre l'arrivo verso la fine dell'anno costantinopolitano. Da un'altra mano si sa (Ibn-Hammād citato di sopra ap. 202) che Mansūr sino alla fine di giumadi 2° del 333 (gennaio 948) facea condurre per le strade di Kairewān la pelle imbottita di Abu-Iezīd; che poi volea mandar in Sicilia quella e la testa di Fadhl con Hasan; e che la barca fece naufragio, ec.
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