Quasi tutti quelli, che scrivono del veleno, & delle febri pestilentiali in prattica l'approvano. Tra i quali il dottissimo Marsilio Ficino ne scrive con assai belle ragioni, prima nel libro III del modo del vivere una vita celeste, dove egli attribuisce à questo corno virtù occulta, & celeste di operar mirabilmente. Et dipoi il medesimo conferma per commune uso de i Medici nel libro degli antidoti contra la peste. Il Brasavola (come di sopra mi pare haver detto) l'approva ancora egli, quando si possa haver del buono. Et il Matthioli insiememente lo pone negli antidoti contra veleno. Molti altri moderni, & particolarmente Aluigi Mundella d'autorità d'altri, pone l'uso del corno Monocerote contra i veleni, & contra il morso del Can rabbioso, & suoi gravi accidenti: ma ne scrive con poca risolutione, per non haverlo mai visto, ne conosciuto.
I Medici di Roma, de' piu eccellenti, ne stanno ancor loro sospesi, per haversene poca copia del vero, il che à noi è potissima cagione, che per lo piu si lasciano condurre i patienti à tal termine, prima che si venghi à un medicamento cosi precioso, che ò bisogna piu, ò non basta.
Di modo che chi desidera veder di questo corno esperienza piu trita, deve anco pensar, che non si può far di questo la prova tutto'l dì, come forse si può fare delle gemme, delle pietre preciose, & dell'oro, per esser'egli d'una spesa regia. À gli anni passati certi mercanti Tedeschi vennero à offerir un corno d'Alicorno à certi Principi in Roma, uno per avventura degli sopradetti corni, che hora non voglio nominare, & ne chiedevano novantamila scudi.
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