Ch'io provi a vivere!
20 marzo. - Oh nei sogni quali spasimi di voluttà che non ho mai provato! E quando sono desto, e vivo, e ardente, ed è primavera, quale imperioso bisogno di conforto ai miei anni! - No, no! ti sprezzo, o femmina, o stupida istigatrice, fango destinato al fango; e ti adoro, o vergine, mestissima e santa poesia vivente!
O Lidia, Ti ho schiuse le pagine più sacre delle memorie, e forse anche Tu hai detto ch'io sono un fanciullo! e forse mi hai creduto un cattolico, forse un chierico!
O Lidia, il mio Dio lo capisci Tu come lo capisco io?
22 marzo. Sono stanco, annoiato di tutto, scoraggiato, avvilito. Penso al M. Com'è felice colla sua donna! - Io non avrò mai questa felicità? E perchè mi sono tanto tormentato?
Gli Italiani vanno alla Nuova Guinea. Sono pazzi? Mi è balenato il desiderio, in sogno, di avventurarmi là anch'io, e lasciare a casa tutte le memorie perchè i miei le leggano, e sperare... Sempre un dolore solo! Sperare! Sperare! L'anno scorso avevo pensato anche così. Non voglio più guardare alcuna ragazza. Lidia avrà una figlia: e la sposerò! - il mio spavento era che si rompesse ogni filo fra me e Lei; dove sarà fra tre, quattro anni?
Dov'è ora? E dove sarà?
Oh fosse vero il mio sogno! Che Tu potessi amarmi e ch'io potessi esser felice! Oh fosse vero il mio sogno! - Lidia, Lidia, io non sento che Te, Ti voglio, Ti amo, inginocchiandomi e tremando Ti amo! Tutti i dolori passano, o passeranno: il mio amore non passa. Dio, dammi la mia pace, la mia felicità, il mio cuore!
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