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      Ciò accadeva poco dopo che i forzati di Mantova avevano invaso il milanese. In vedere i pochi primi atti di severità di questa commissione il popolo sperò, poter esser prestamente libero da tutti quegli avanzi dell'austriaca genia: questa speranza fu breve. L'uomo il più influente dei sette si trovava spesso nelle grandi sale coi membri dell'antico triumvirato: la conformità di occupazione non tardò a cangiare le relazioni di società in più intimi rapporti: i sette, ed i tre finirono per lavorare insieme, e per poco d'abilità s'avessero, certo che noi avremmo avuto un nuovo consiglio dei X.
      Sciolta la commissione, che riformar doveva il ministero di guerra: chiamato il Collegno al ministero in Torino, lo rimpiazzò Sobrero, generale piemontese poco conosciuto in Milano. Dovette il governo ricorrere ad un altro mezzo per porsi al sicuro contro la diffidenza comune: nominò un comitato di difesa: ne erano membri Rastelli, Fanti, Maestri(17). Pochi giorni dopo la nomina di Casati a presidente senza portafoglio del nuovo ministero venne in Milano un commissario regio: il generale Olivieri si presentò nelle sale del palazzo Marino: mostrava un decreto, che lo sostituiva in potere a quel governo provvisorio già sfasciato e disperso. Quelli del governo provvisorio, che erano ancor rimasti al loro posto, trovarono poter fare qualche obbiezione sulla forma di tal sostituzione: la forma fu in pochi giorni perfetta: il governo provvisorio della Lombardia chetamente tramontò, furtivo, senza pubblicità, nè compianto.


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L'Italia e la rivoluzione italiana
di Cristina di Belgioioso
Remo Sandron
1904 pagine 169

   





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