Rispondono i torrenti,
E dalla ferrea calmaDelle notti profonde
Palma battendo a palmaOgni morto risponde.
Nel Mio tempo:
Vien meco, o Elettra, a piangereIl soqquadrato mondo,
Ch'ode gli eterei fulminiE corre furibondo
A trar suoi giorni eterniNei spalancati Averni.
Ai novelli repubblicani, con rimembranze delle tragedie scritte dall'Alfieri e delle tragedie fatte dalla rivoluzione diceva:
Questo che io serbo in sen sacro pugnaleIo l'alzo, e grido all'universo intero:
Fia del mio sangue un dķ tepido e neroOve allontani le santissim'ale
Dal patrio cielo Libertą feroce.
Gią valica mia voceD'Adria le timid'onde,
E la odono eccheggiandoLe marsigliesi sponde.....
A l'armi! Enteo furor in voi discende,
Che i spirti ingombra e l'alme erge ed avvampa;
E accesa in ciel di ragļon la lampa,
Vi toglie agli occhi le ingannevol bende:
Che ragļon figlia di Dio v'invitaA vera morte e addita
I rei petti esecrandiOve, Piantate, grida,
Infin a l'elsa i brandi.
Delle odi libere, cioč delle canzoni a strofi sciolte sul modello del Guidi, altra forma lirica agli esercizi del giovinetto, una sola rimane, ben conosciuta, il Bonaparte liberatore (1797); ove la rigidezza alfieriana si scioglie e distende sotto i tepori del Monti, e spuntano e si affacciano o si accusano le prime forme veramente foscoliane.
Anche sonetti, naturalmente, compose: non so quanti per monache, quattro per la morte del padre: un de' quali a stampa, e negli ultimi versi risuona il pianto come si faceva una volta intorno a' morti:
spirata l'alma,
Cessņ il silenzio; e alle strida amorose
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Mio Elettra Averni Alfieri Libertą Adria Dio Piantate Guidi Bonaparte Monti
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