Di ciò, s'io non m'inganno, parmi che non picciolo obbligo abbia ad avere il presente secolo al suo vero lume Torquato Tasso; il quale, quantunque a piú alte imprese chiamato, e fra l'altre a cantar cosí pellegrinamente la gran conquista di Terra Santa ed a scriver negli ultimi mesi della sua memorabile vita con tanta dottrina e tal soavità la creazione dell'universo, colla sua gentil pastorale destando già l'addormentate selve, risvegliò insieme mille nobilissimi spiriti, e di que' vezzi gl'invaghí che vie piú quivi ch'altrove gli sembrâr convenevoli. Ben ebbe innanzi a lui la nostra lingua comici e tragici di molta stima, sí che forse non fia troppo agevol cosa l'arrivar l'Ariosto nell'uno e 'l Trissino nell'altro; ma questi, compiaciutisi di certa semplicità non men di spiegatura che d'invenzione, si rimasero sol di tanta lode contenti, quanta chieder pareva in que' tempi un tal piú sobrio costume. Dietro a costoro venne d'acuto ed elevato intelletto lo Speroni, et additò per avventura colla sua Canace la strada; per la quale caminando poi piú felicemente nell'Aminta il giudiciosissimo Tasso, non pure egli eccitò, come s'è detto, molti sublimi ingegni alla composizione di diverse tragedie, commedie e pastorali, ma egli ebbe in sorte di stabilire questa terza specie di dramma, prima o non ricevuta o non apprezzata od almeno non posta nella guisa in uso che s'è fatto d'allora in qua. Quinci furono in pochi anni veduti gli Alcei, i Caridi, i Ligurini, gli Amorosi Sdegni, le Amarillide, le Pompe funebri, le Cinthie, le Tirrene, le Amarante, le Mirtille, e tante altre graziose Piscatorie e Boschereccie; ed è poi stato con insolito giubilo letto e riletto il non mai quanto basti favorito Pastor fido.
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