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      E lavorate perchč il lavoro vuol dire allegrezza e coraggio, č attivitą del sangue e pace dello spirito, č sicurezza della coscienza e dignitą della vita; perchč chi lavora, prega, spera, combatte, semina e costruisce, per sč e per gli altri, per il presente e per l'avvenire, e spande intorno con l'esempio, come fiore il polline fecondo, e trasfonde nel petto altrui l'onestą, la salute, la forza dell'anima sua.
      Ma voi, d'animo e d'ingegno eletto, non avete bisogno d'intender da noi questi consigli. Questi vi son dati continuamente da mille voci, da mille forze pił potenti della nostra parola. Č lo spettacolo del lavoro immenso e perpetuo della natura, della grande forza operosa, come dice il poeta dei Sepolcri, che affatica le cose di moto in moto, č il procedere non interrotto di ogni scienza, č il trasformarsi continuo d'ogni istituto sociale, č la notizia quasi quotidiana d'una scoperta nuova, d'una nuova via dischiusa al progresso civile, d'un nuovo ardimento dell'ingegno umano, č l'incessante, multiforme, infaticabile agitarsi di tutti gli esseri viventi per conservar l'esistenza propria e migliorarla per sč e prepararla migliore ai futuri, č tutto questo che vi dice con mille voci, ad ogni ora, ad ogni momento del giorno: - Lavorate!
      Č l'azzurro infinito che vi si stende sul capo, č l'alba che imbianca il mondo, il tramonto che lo imporpora, e la primavera che lo infiora, č lo splendore degli astri, l'immensitą del mare, il riso dei campi, la grazia dell'infanzia, sono i lampi divini che mandano dal volto le anime belle e le visioni celesti, che v'apre al pensiero la musica e l'incanto sovrano che vi versa nel cuore la poesia, č questo grande linguaggio misterioso ed eterno della bellezza, che alla vostra anima pura, ancora tutta aperta ad accoglierlo e a sentirlo, vi dice da tutte le parti, ad ogni ora, ad ogni momento del giorno: - Siate buone!


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La quistione sociale
di Edmondo De Amicis
Istituto Editoriale Italiano Milano
1917 pagine 65

   





Sepolcri