L'amico nostro, pure.
E il sacerdote si passa e ripassa la mano sulle palpčbre! togliesi il cacciavite, aggiųstasi il cupolino, e comincia:
Adelina nostra č beata.
Adelina Gentili, fin dai pių tčneri anni, trovō il sentiero del Cielo. Non si lasciando adulare o da specchio o da labbro, aliena da ogni esterna pompa di abbigliamento, aliena del pari dalle conversazioni e dalle comparse, a disfogare la piena soave de' suoi affetti, mai si trattenne se non nei collōqui col suo Gesų. Solo di lui gustava le si parlasse. Il suo voto, anzi il sospiro, era di čsserne sposa, e se l'Eterno, prōvvido sempre, non le ne avesse accorciata la via chiamāndola a sč, ella avrebbe di certo aggiunto un nuovo splendore all'Ordine delle Cappuccine.
Oh voi aveste veduto, mie figlie, con qual religiosa paura ella correva a narrarmi le sue apparenze di colpa, se pur di colpa si pōssono dire, e con quanto fervore si avvicinava alla mensa degli Angioli, desiderosa, pregante ricevendo Gesų di volārsene a lui!
E Dio l'esaudė.
In sul mattino di lei e di un purėssimo giorno, Adelina partiva. Sfinita di forze, pių non riuscendo nč a mormorare preghiere nč a stringere al seno la crocettina amica, con la soavitā del sorriso, col vōlger dolce del guardo, mostrava come a delizia le fosse il nome, il pensiero del suo Gesų.
Placidamente morė, come un colombo. E a me, che al fianco di lei, in sui ginocchi, oravo... parve un istante sentire ed un sbāttere di ali ed un odore d'incenso ed un riflesso di ačrei ōrgani...
Or perchč dųnque piangete?
| |
Gentili Cielo Gesų Eterno Ordine Cappuccine Angioli Gesų Dio Adelina Gesų
|