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      Umberto.
     
      A questo telegramma il colonnello Arimondi rispondeva così:
     
      Ministro Guerra,
     
      Roma.
     
      Il plauso del Re fu per tutti il premio più ambito
      .
      Il colonnello Arimondi fu promosso al grado di maggior generale per merito di guerra.
      Il generale Barattieri ritornato a Massaua, preoccupato dall'eventualità di qualche non gradita sorpresa da parte dell'Abissinia, fece noto al governo il vantaggio che si sarebbe ritratto dalla occupazione di Cassala, non soltanto al nord ma anche al sud della colonia, sia per il maggior prestigio che questo colpo di mano ben riuscito avrebbe dato alle nostre forze di fronte agli abissini, sia perchè togliendo ai dervisci quell'importante punto di concentramento, si allontanava il pericolo di dover fronteggiare contemporaneamente due nemici posti agli estremi limiti della colonia.
      In data 12 giugno il ministro degl'esteri barone Blanc telegrafava al Barattieri.
      Il Governo del Re lascia lei giudice di prendere quelle disposizioni che crede più opportune per agire su Cassala
      .
      E il Barattieri prendeva le sue disposizioni per l'attacco.
      Il 16 di giugno di sera, dà l'ordine di marcia che, trattandosi di sorpresa, deve essere fatta nel silenzio il più assoluto, con raccomandazione agli ufficiali di tenere sempre in mano le truppe - e la marcia fu eseguita in ordine perfetto, e secondo le disposizioni date. - Sul fare del giorno le nostre truppe erano in vista del campo di Cassala.
      Alle ore 7 l'avanguardia apriva il fuoco contro la cavalleria nemica, la quale si gettava contro il nostro fianco sinistro, ma è costretta a ripiegare; l'avanguardia seguita dal grosso continuò ad avanzare, finchè giunta a 400 metri dai dervisci schierati, apriva il fuoco a salve, sia contro essi, sia contro la cavalleria; i nemici rispondevano con fuoco ben nutrito, ma infine, vedendo che non vi erano apprensioni sui fianchi e per le spalle, il generale Barattieri diede l'ordine di un colpo simultaneo di tutte le forze, che mise in sfacelo il nemico, obbligato a lasciare il campo ed a ritirarsi a corsa sfrenata.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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