Giunto sulla strada di Antalo, Toselli, da vero eroe ordinò a Bodrero di raccogliere i pochi rimasti e condurli a Macallè. Egli, si voltò sereno verso il nemico, sfidandolo in attesa della sua sorte.
Bodrero, ubbidiente agli ordini del suo superiore, riordinò la colonna, trattenne i dispersi e li portò ad Arimondi che si trovava ad Aderà e nulla sapeva del combattimento; con Bodrero si salvarono Pagella e Bazzani.
Il giorno dopo il combattimento, Makonnen, ordinò solenni funerali alla salma del maggior Toselli, del quale ammirava il valore. Tutta l'Italia ha sentito per quest'Eroe un fremito di compianto e di orgoglio.
L'assalto all'Amba Alagi fu dato improvvisamente come sempre, ed a tradimento, mentre pendevano trattative di pace ingannatrici.
Tant'è vero che avendo ras Mangascià investito alcuni dei nostri posti avanzati, il maggiore Toselli se ne lagnò con Makonnen, e questi rispondeva che Mangascià aveva operato di sua testa, contrariamente agli ordini da lui dati. - Vero esempio di fede abissina!
Il generale Arimondi raccolti i superstiti di Amba Alagi si ritirò su Adigrat lasciando per presidio a Macallè il maggiore Galliano col 3° battaglione indigeni, una compagnia dell'8°, quattro pezzi da montagna, due sezioni del genio, una stazione di carabinieri, in complesso 31 ufficiali, 176 uomini di truppa bianca, 1150 di truppa indigena.
Il 16 decembre questa nostra posizione avanzata era investita da 30,000 combattenti, gli assalti si susseguirono agli assalti, sempre valorosamente e brillantemente respinti.
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