Viva l'immortal memoria degli [189] Alfonsi, che furono di FRANCESCO tanto ferventi, che ferono traspirar l'ardore verso di esso generosamente inesausto. Vivano pure negli annali della gratitudine gl'incliti Estensi, che o fiano Aquile bianche per la candidezza dell'animo, o nere per l'heroica Stirpe sempre fissarono il guardo pio in questo Sole divino. Le due gran Principesse Spose successive di Rannucio, il gran Farnese, Sorelle di Virtù, come di Natali, Figlie non malignanti di Francesco l'invitto, il Saggio, il valoroso Italico Marte, l'una perché defunta, per ceder'il talamo all'altra, da riverirsi come Aquila nera, ma candida per i costumi, se non se per lo volo: l'altra da encomiarsi come Aquila bianca per haver rinovata dell'estinta Suora in Parma con la sua presenza la candidezza, e risarcitone felicemente l'ali reali, che dalla Parca maligna furono troche; hor queste all'altar di FRANCESCO, che adornarono con magnanima munificenza, il Tempio di FRANCESCO, che concorsero a riedificare con providenza limosiniera, più volte si presentarono ossequiose, e ne riportarono doni votivi.
Angusto è questo foglio per rimostrarvi sopra della gran Lucrezia Barberina Colonna le glorie, che sono intrecciate alla prudenza di un'anima veracemente romana. Ella, che honora il Sesso con la virtù sua maschile, e più divoto il rende [190] con la sua pietà sfolgorante, Tortora solitaria, dirolla meglio Aquila solare, a FRANCESCO sovente si eleva per consolar le tenebre del suo intrepido Vedovaggio.
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