Uscì dall'onde, come l'Aurora, albeggiante, coronato di Caste Calte; e come il Sole splendente, all'hor, che rinasce senza vapori. Se i terreni son generati dall'acque, i sensuali dall'acque furono estinti. Lo Spirito del Signore, che nell'Esordio dell'Universo solea galleggiar sopra l'acque, [378] all'hor, che FRANCESCO, si gittò in esse, vi si sommerse; Anzi vi fu dal Signore sommerso FRANCESCO, il quale per conservar la sua purità non potea trovar miglior centro; e per agghiacciar affatto agli ardori della Concupiscenza, non dovea cercar posto migliore.
Con austerissime Penitenze repilogando nella sua Grotta una Nitria fe' svanir da' suoi pensieri le Fantasme, non men, che dagli occhi i Prestigi di una Bellezza Chimerica, presentatagli dal Demonio, ma ben facile ad isfumar dileguata, se la reale è così suggetta ad andar in fumo disfatta.
Portò, da quel procinto, in avvenire precinto il Cingolo strettissimo della Castità, con tanti nodi, quanti proponimenti di consagrar tutta la sua Vita Celibe a Dio. Sotto zona così temperata le Stelle delle di lui Virtù luminose si mossero velocissime verso il Polo dell'Anima; e con influssi purissimi inaffiarono quella mente, la quale a guisa di Conchiglia ferace, non mai ricettava in sé una Stilla di Celeste rugiada, che non la convertisse in una Perla di divino candore.
Morì come Cigno, perché visse come Colombo: carico d'anni, ma più di Gigli. Le sue sferze gli si convertirono in palme, verginali per la Castità Trionfante. Fu Martire, perché fu Vergine: fu Vergine, perché fu Martire.
| |
Aurora Caste Calte Sole Spirito Esordio Universo Concupiscenza Penitenze Grotta Nitria Fantasme Prestigi Bellezza Chimerica Demonio Cingolo Castità Vita Celibe Dio Stelle Virtù Polo Anima Conchiglia Stilla Celeste Perla Cigno Colombo Gigli Castità Trionfante Martire Vergine Vergine Martire
|