E per fine bacio humilmente le mani a V. A. S.
Di Roma, a' 31 di Maggio 1611.
Di V. A. S.
Gran Duca etc.
Obl.mo Ser.re veroIl Car.le dal Monte.
Fuori: Al Ser.mo Sig.r e P.ron mio Col.moIl Gran Duca di Toscana.
536*.
GUIDO BETTOLI a CRISTOFORO GRIENBERGER in Roma.
Perugia, 4 giugno 1611.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIV, car. 28. - Copia di mano di GALILEO. Di suo pugno si legge sul margine superiore, a sinistra: "Copia".
Al molto R.do P.re et mio Pad.ne Osser.moIl P.re Christoforo Griemberger(348).
Roma.
Molto R.do P.re,
Non so se per la distanza del tempo di quando fui in Roma con la buona memoria dell'Ecc.mo S. Marchese della Corgna, mio Signore, sin qui si sia dimenticata di me; et se fusse in oblio, si ricordi di quel suo devotissimo servitore che gli prestò l'opere dell'Ecc.mo Ticon Brae(349), il quale io sono. Et sì come la trovai allora gentilissima et cortesissima, spero non meno hora di trovarla (mercè la virtù sua); et perciò fatto ardito, ho preso la penna e scritto questi quattro versi, et incluseli dentro la presente lettera, la quale è capitata qua, desiderando sapere se ella sia vera, et anco qualche cosa intorno alli mirabili effetti dell'occhiale, o instromento che dir vogliamo, del S. Galileo Galilei, et sapendo per prova quanto ella sia eccellentissima nelle scienze matematiche et in ritrovarsi in compagnia dell'Ecc.mo Padre Clavio, lucidissimo specchio di queste scienze, e d'altri Padri eccellenti di cotesto virtuosissimo Collegio, che a quest'hora n'havranno fatte mille prove, et con vive dimostrazioni haveranno visto se quello che si vede in cielo sia cosa reale o apparente, o refrazzioni o veri corpi celesti.
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