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      Et veramente io crederei che molto meno progiudiziale saria a quelli che della purità eccellenza et divinità della sustanza de i cieli sono così gelosi, l'ammettere qualche irregolarità nella figura, accidente molto poco essenziale, che l'introdurre tanta diversità di raro e denso, diafano
      et opaco; et son(417) ben sicuro che se(418) la sensata vista delle visibili et antiche macchie lunari non havesse costretto a porre il denso e 'l raro nella sua materia, mai nella imaginata purità di quella non vi haverebbono i nostri filosofi riposti tali accidenti(419).
      Ma seguitando il nostro primo proposito, se noi pur vorremo farci(420) lecito l'imaginarci(421) quello che ci piace, se altri dirà che la [vedi figura luna2.gif] è circondata sfericamente da un trasparente ma invisibile cristallo, io volentieri lo concederò, pur che con pari cortesia sia permesso a me il dire che questo cristallo ha nella sua superficie grandissimo numero di montagne immense, et trenta volte maggiori che le terrene, le quali, per(422) esser di sustanzia diafana, non possono da noi esser vedute; et così potrò io figurarmi un'altra [vedi figura luna2.gif] dieci volte più montuosa della prima(423). Et chi vorrà giudicare questo mio assunto chimerico, senza condennare della medesima nota la posizione dell'avversario? Pare in oltre che questo diafano, nuovamente introdotto a riempiere le cavità della [vedi figura luna2.gif], non possa esser differente dal resto della sustanza celeste che per l'espansione del mondo superiore si diffonde; atteso che i medesimi filosofi nè anco tra l'istesse stelle et il resto del cielo pongono maggiore o altra differenza che di più o meno raro e denso, più o meno diafano et opaco: hora, poichè(424) niuna di tali differenze si scorge tra 'l prossimo ambiente lunare et il resto del cielo, adunque il termine et la distinzione tra il corpo lunare et il resto del cielo ambiente si doverà prendere dalla superficie che finisce et rinchiude il corpo della [vedi figura luna2.gif] tenebroso, denso et opaco, et per ciò differentissimo dall'ambiente suo raro et trasparentissimo, e non da questo nuovamente imaginato cristallo, in tutto e per tutto similissimo anzi istessissimo col resto dell'etere(425). Et qui(426) si noti l'incongruenza dell'esempio addotto della palla di smalto bianco, ma(427) di superficie montuosa, rinchiusa dentro ad un cristallo trasparente et di superficie tersa et pulita: nella quale niuno intoppo ritrova il nostro discorso, mentre dal concepito(428) globo di smalto opaco trapassiamo al cristallo diafano, che lo circonda et con sferica et liscia superficie lo termina; il qual poi subito distinguiamo(429) dall'altro ambiente, che è la nostra comune, familiare(430) et notissima aria; ma dopo il passaggio dall'interno corpo lunare opaco al diafano cristallino, suo prossimo(431) ambiente, a quale altro terzo corpo, pur diafano, doviamo noi senza intoppo trapassare?


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834