Ma data quella felice uscita al tutto ch'io le desidero, fin d'hora onninamente V. S. m'ha da promettere di venirsene a dirittura a questa casa, per favorirla finchè i rumori di Firenze sian giunti a quella total buona piega che van prendendo. E se non altro, da questi colli consolerà più i suoi servitori che da quei di Roma; e con il Sig. Can.co Cini(251), Commissario di Sanità qui a Poggibonsi, tutto dì mi vado consolando con questa speranza. Di Fiorenza io intendo più tosto meglioramento, nè per lo Stato si sent'altro che queste faville di Poggibonzi e d'alcune case di quei contorni. Che è quanto ho che dirli delle nostre parti, mentre in core me le rassegno vero e sincerissimo suo servitore.
Siena, li 16 di Maggio 1633.
Di V. S. molto Ill.eS.r Galileo Galilei. Roma.
Devot. Ser.
A. A.o di Siena.
2511.
GERI BOCCHINERI a GALILEO in Roma.
Firenze, 18 maggio 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 180. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
V. S. ha fatto bene a non replicare a me quel che ella scrive a Suor Maria Celeste, mentre ho potuto vedere da quanto ell'avvisa a detta Suor Maria Celeste, di che segno sono le cose sue. Mi rallegro sempre più che continuino di caminar bene, et che l'allungamento del negozio riesca a V. S. di profitto, sebene io ero entrato in speranza di dover sentire con queste lettere che la causa havesse havuta la sua buona terminatione. Quello che non è avvenuto succederà, piacendo a Dio; et intanto V. S. si conservi, nè si lasci trasportare dalla bontà di cotesti vini a beverne più del bisogno, mentre ogni bicchiere poi le costa tanto caro: ma veramente, se io mi trovassi al cimento, farei peggio di V. S.
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