Ma sia come si voglia, io stimerò a gran ventura l'intendere come l'una e l'altra di queste due operazioni [...]; dico(516) del racchiudersi in breve spazio grandissima mole di fuoco, e quasi che infinita di lume possa esser in così angusto spazio racchiusa e senza veruno serrame incarcerata. Se mai mi succedesse di tale effetto intendere la ragione, l'harei per grandissimo guadagno; purchè il rimuovermi da cotal dubbio non supponesse in me una certezza di altri naturali effetti non meno di questi a me incogniti.
Riceverà con la presente la copia della mia al Sereniss. Principe Leopoldo; leggala in gratia, e sinceramente me ne additi il suo senso, mentre starò con avidità aspettando il suo libro De centro et circumferentia(517) e gli altri che mi accenna. E continuando di riverirla e di ammirare il suo gran sapere, li ratifico e confermo la mia prontissima servitù, e da Dio li prego intera felicità.
D'Arcetri, li 14 Luglio 1640.
Di V. S. molto Ill. et Eccell.
Serv. Affett.
Galileo Galilei.
4033.
BONAVENTURA CAVALIERI a GALILEO in Arcetri.
Bologna, 17 luglio 1640.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 210 - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
Ricevo in questo punto la lettera(518) con il Discorso indirizzato al Sig.r Liceti, il quale penso mandare per uno che è per partirsi dimani o l'altro di qua per Padova, sì che resterà compitamente servita. Ho però letta la lettera allegata, che mi è piacciuta molto, sbrigandosi ella con molto giudizio e modestia dalle innumerabili oppositioni che li converrebbe fare al libro De novis astris et cometis con puoco o nullo suo guadagno.
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