Il R.mo Padre Abbate D. Benedetto passò di qua sicut fulgur, nè lo potei perciò vedere; ma al ritorno spero di rifarmi con lui. Quanto all'invito che mi fa, glie ne rendo gratie singolarissime; ma li confesso che son tanto declinato nella sanità, che non so come ardire a dire ch'io sia per venire a ricevere tal favore. Ma il tempo et il ritorno del P. Abbate mi sarà forsi buon consigliero per tale risolutione.
Due o tre volte ho dimandato al Sig.r Liceti s'ancora havea risposto etc.: mi disse che non potea già farlo così presto, massime dovendo rispondere a duoi(805), onde non gli ho poi cercato più altro.
Procurerò di vedere il libro del S.r Nardi(806), quale, come da lei stimato, non può essere se non cosa rara. Godo della nuova conversatione(807) et trattenimento co 'l Sig.r Viviani, al quale mi ricordo partialissimo servo, come a lei ancora humilissimo servitore, baciandole affettuosamente le mani.
Di Bologna, alli 14 Maggio 1641.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo et Ob.mo Ser.re
F. Bon.ra Cavalieri.
4141**.
FORTUNIO LICETI a [GALILEO in Arcetri].
Bologna, 14 maggio 1641.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XIII, car. 264. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.or Oss.mo
Ricevo hoggi le due gentilissime di V. S., alle quali per ciò con una sola risponderò.
Le rendo infinite gratie, prima, dell'honor fattomi di poter honorare il mio trattato con una di esse(808), poi dell'havermi con ischietezza partecipato il suo senso circa alli miei due libri astronomici, nelli quali disputo col S.or Chiaramonti(809), e circa l'opusculo De natura et arte(810), poi che gradisco estremamente la sua sincerità. Il foglio che manca al libro De regulari motu etc.
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