Era il tredicesimo.
La fata si fermò e gli dette una chiavina d'oro, dicendogli:
- Entra nel tronco di quel pioppo: c'è una scala a chiocciola; scendi finché trovi scalini. Quando sarai in fondo sentirai una porta; cerca il buco della serratura, mettici la chiave, e girala piano piano, perché se svegli il nano, che ora dorme, è finita. Io m'alzerò al disopra del pioppo e cercherò di far penetrare fin giù un raggio della mia luce. Una volta entrato avvicinati al letto dove dorme il nano e rubagli tre cose che tiene sotto il guanciale: il vasetto del balsamo che cura tutte le ferite, l'anello dell'invisibilità e la tromba fatata. Il balsamo e l'anello sono per me; la tromba puoi tenerla e ti gioverà.
Il manuale non fece discorsi e scese nella cavità della terra al chiarore che tramandavano le nuvole lucenti della fata e fece come gli aveva detto. Il nano dormiva saporitamente. Il manuale gli mise una mano sotto il guanciale, acchiappò i tre oggetti e poi risalì su.
La fata lo aspettava ansiosa.
- Senti, conserva questa tromba e nei momenti di grande angoscia soffiaci dentro. Io sono la fata della notte e viaggio per l'emisfero, ma in qualunque punto sia ti sentirò e accorrerò in tuo aiuto. Ma tienla bene nascosta perché se altri che tu ci avvicina le labbra, perde tutto l'effetto. Potrei farti ricco, ma viaggiando vedo che anche i ricchi sono tanto infelici... e la fata della notte si allontanò sollevata dalle nuvole lucenti.
Il manuale rimasto solo nel bosco si pentì di aver lasciato la moglie e il bambino che avevano forse bisogno di lui, per andar dietro a quella fata che per tutta ricompensa gli lasciava una tromba, e stava per buttarla via, quando sentì una vocina che veniva dall'alto dirgli:
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