Cercar coll'animoGrullo e mendico
Le vanaglorieDi tuo nemico?
. . . . . . . . . . . . . . .
No, no, compiangilo;
Queste son fiereChe si riparano
Col zanzariere.
Razzaccia querulaDi melma uscita,
Bestie che muoionoNella ferita.
Nè si creda esser egli stato uno di coloro i quali piuttosto che recedere un passo dalla costituzione si farebbero uccidere: imperocchè appena avvenuta la rivoluzione delle 5 giornate di Milano, scriveva al Grossi:115 «Se vi piacerà unirvi al Piemonte e accozzare i pentoli, Viva il Regno dell'Italia alta; se vi piacerà fare una Repubblica, Viva la Repubblica.» E quando poi vide cadere il Governo costituzionale in Toscana, e credè un momento potersi costituire il paese con altra forma, scriveva al Vannucci a Roma:116 «Io non ho dato mano a piantare quest'albero simbolico che vedo per tutte le piazze, ma ora che l'hanno alzato, dico di cuore che vorrei vedergli mettere radici profonde, e mi sarebbe un giorno di vera letizia quello nel quale, dilatando i suoi rami, promettesse di riparare all'ombra le generazioni avvenire.» E per non attraversare qualunque tentativo rivolto a raggiungere la nostra indipendenza, si accomodava alla Costituente (quantunque poi non vi prendesse parte) scrivendo al Vannucci nel decembre del 1848:117 «Mi dicono che avete fatto un indirizzo ai Romani che riguarda la Costituente; e già ho commesso che mi spediscano il numero del Giornale che lo contiene. — Vediamo di mandare avanti quest'idea, perchè ormai non v'è che la sola nazione che possa risolvere i mille nodi che la incalappiano.
| |
Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
|
|
Milano Grossi Piemonte Regno Italia Repubblica Repubblica Governo Toscana Vannucci Roma Costituente Vannucci Romani Costituente Giornale
|