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      Sazio, non stanco, di mangiare, Marco sentì alfine il bisogno di riposarsi: egli veramente non disse: buona notte a nessuno; ma lo fece capire abbastanza stendendosi sopra la paglia, chiudendo gli occhi, e declinando il capo. Usciti dal presepio, il curato raccolse le bisacce; e questa volta essendo sgombro da passione, notò come pesassero gravissime, e v'immerse dentro la mano. Potere del mondo! Sognava, od era desto? Gli parve toccare moneta: le rovesciò per terra... scudi! ducati! - e quanti! Don Cirillo e Verdiana si stesero sul prato; e fatto cumulo del danaro, parve loro che fosse quattro e cinque volte tanto quello di prima. Oro, argento da mandare in visibilio ogni cervello sano: conta e riconta, vennero a capo di conoscere che dovevano essere circa quattrocento cinquanta ducati.
      - Ora mi sembra, che c'incastri ogni cosa - disse don Cirillo; ma Verdiana, alzando il dito, rispose:
      - Egli è ben nostro questo tesoro? Badiamo, Reverendo, badiamo che Dio non ce lo abbia mandato per provarci una seconda volta.
      - Verdiana, dapprima ho pensato come voi; ma poi mi sono persuaso che questo danaro ha da appartenere al ladro; egli non può essere qui del vicinato, ma sarà sicuramente qualcheduno dei banditi che bazzicano per la campagna. Ora voi capite, che renderlo a lui sarebbe peccato, e ai derubati impossibile. Io proporrei - e questo disse con esitanza - che per noi spendessimo un cento cinquanta di ducati, ed ogni rimanente per la chiesa, e pei poverelli di Dio; - sicchè faremmo restaurare ambedue i Crocifissi - quello di chiesa, e l'altro di canonica.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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