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      Una delle donne che legge. Signore scrittore, con questi suoi voti celestiali non rammenta in qual condizione abbia lasciato i giovani amanti?
      Lo scrittore. Madama sė; ma non importa, credo, ch'io le insegni come due amanti desiderino starsene soli.
      La donna. Ma, signor mio, qui si tratta di giovani italiani, i quali non sono tanto vergognosi come ella dice. Io penso quei suoi Fiorentini dopo essersi un cotal po' sogguardati, e poi abbracciati, e poi...
      Lo scrittore.... corsi dietro alla zia per non rimaner soli. Madama, mi conceda dirle che ella prende errore. Gl'Italiani, uomini sono quanto altri mai sensibili e verecondi; nč la modestia sta confinata in Inghilterra, siccome pare ch'ella voglia credere.
      La donna. Eh! giusto modestia: io voleva parlare di certa specie - non so s'ella m'intenda - di una sorte di energia irresistibile, la quale suole chiamarsi violenza nell'indole italiana.
      Lo scrittore. Prego, signora, a volermi credere che adoperando la parola modestia io non posi mente a nulla di personale. E V. S. so ch'č donna dabbene, ed ama di cuore i miei amanti. Io non parlava pertanto di modestia in nessun senso particolare, ma cosė in genere; e tutte le nazioni, non eccettuata la dilettissima nostra, hanno pur troppo le modestie ed immodestie loro. Intorno poi alla violenza di che ella diceva, la quale in alcuni č energia, ed in alcuni altri miserabile debolezza, secondo l'indole degli uomini e le circostanze dei casi, e gl'Italiani, come quelli che vivono sotto un cielo ardente, ne dimostrarono meglio degli altri popoli; - pure si deve osservare che dove il carattere individuale sembra pių rilassato, quivi anche sono peggiori i costumi e le leggi.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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