E perchè tutti io restringa in uno, codardi furono quei valorosi cristiani che da cento mortalissime punte trafitti, divelta la lingua, ardirono intingere il dito nel proprio sangue, e tracciare agonizzando sopra il terreno il segno della salute? Cristo rese le vergini innamorate delle palme del martirio assai più che della ghirlanda di fiori di arancio - simbolo di nozze terrene. Cristo convertì i fanciulli in eroi. Forse le battaglie combattute per la fede temono paragone di qualsivoglia battaglia pagana? La gesta di Giovanni Sobieski sotto le mura di Vienna non emula la battaglia di Canne? La impresa di Lepanto non può andare di fronte con Salamina? Se Curzio i pagani vantano e Codro, e noi abbiamo Pietro Micca torinese, e Bianchini parmense. Se i pagani si gloriano di Camillo, e noi del Principe Eugenio, se di Fabio e noi del Montecuccoli fortunato trionfatore del Turena, e cristiano fu quegli che vinse e superò tutti, Cesare, Annibale, Scipione, e quanti altri mai vissero capitani famosi nell'antichità - Napoleone! La sua aquila imperiale, e molti tra voi che mi ascoltate bene lo ricordano - la sua aquila imperiale si fermò in questa isola nobilissima per riposarsi un momento le ali affaticate e rifare le forze a nuovo volo, che fu l'ultimo. O Napoleone, quando tutti ti abbandonarono - e il figlio ti languiva lontano, e la consorte faceva getto del superbo vanto di avere cinto nelle sue braccia colui che aveva abbracciato il mondo - peso troppo grave per lei, - e la memoria degli uomini ingrati ti pungeva il capo come gli spini della corona di Cristo - Cristo ti si posò accanto sopra la coltrice deserta, conciossiachè egli visiti quando tutti disertano.
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