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      » - Il porco comincia a mugliare, a raspare il muro, peggio di prima; a fare cenni che voleva un'altra di quelle: s'intendeva bene. La seconda: - «Va» - dice - «lo prenderò io!» - Che volete? facevano uno sborso di quattrini ai genitori! - «Almeno starete bene voi.» - E così la sera il porco, quando entra in camera, viene un bellissimo giovinotto, come per quell'altra. E dice, assolutamente impone silenzio che la non dica nulla alla signora madre. Se quell'altra la stiede dieci giorni, la sarà stata anche venti, questa, zitta. Ma poi un bel giorno la chiede un abboccamento alla Regina, come quell'altra; e quando l'è nella stanza, tutta serrata, la gli palesa che suo figlio diviene un bel giovane, come quell'altra donna. - «Pur troppo lo so, per mia disgrazia, che lui viene un bel giovane!» - «Ma la prego a non dir niente.» - «Eh state pure contenta[4] che io non parlo.» - Vanno ognuna nel suo quartiere. Quando
      è la sera, il porco entra in camera e fa l'istesso. - «Ah briccona!» - dice. - «Son queste le promesse, eh?» - Prende l'istess'ago, cos'era? e l'ammazza. La mattina, la servitù, eran l'undici, mezzogiorno: - «Ma che fa la Regina?» - Apron la camera e la trovan morta ancor lei. Vanno dalla Regina madre e dicono: - «Venga a vedere, Maestà, anche questa l'è morta!» - E il rimorso! potete credere! Il porco riprincipia a mugliare al muro per aver quell'altra, la terza sorella. Ma i suoi non gnene volevan dare, lo credo! Ma poi s'ebbe da accordare e viene sposa del porco; e portano anche i genitori nel palazzo, in disparte.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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