Le statuine di D'Annunzio, Mascagni, Marcora, Leoncavallo erano le più benevise; perciò molti esemplari se ne acquistarono; sì che anche l'ironia in gesso diventò un affare. Ogni affare ha la sua frode e la relativa astuzia. Le trovarono il prof. Carlo Fumè, Roberto Heriquet, negozianti d'oggetti d'arte e chincaglieri, colla complicità di Ulisse Cornacchia, modellatore: ma si affrettò a denunciarli per contrafazione il solerte Peko.
Ohimè! Se tutti i contrafatti dal Divo in statuetta avessero fatto valere le proprie ragioni! Non insistiamo: le statuine si rizzano in sul tavolo presidenziale della giustizia eguale per tutti.
Gesso, amici miei, gesso innocente ed apolitico e comodo, facile a ridursi in polvere ed in nulla, al capriccio delle rivoluzioni ed alla verità della storia: - gesso: D'Annunzio, Mascagni, Marcora, Leoncavallo, ed altri, ed altri: e conveniva insistere sulla privativa privilegiata, in Italia e fuori, di plasmar questi niente, quando tutti li uteri, non richiesti ma prepotenti al loro ufficio fatale, ne elaborano, in vera carne e sangue, ne racconciano e ne scodellano mille al dì? Orgoglio professionale, avidità di gessajuolo lucchese, perché non imitare Guy de Maupassant, Zola, Ibsen, ed il resto della caterva magna, spossessata di frasi, idee, svolgimenti scenici, intrecci dal Pescarese? O, Peko; se voi non querelavate, risicavate di comportarvi come un uomo intelligente.
9. Il mistero della calvizie svelatoIl giovane Cesare, di cui non dovevasi sospettar la moglie - ciò che non gli impedì d'essere egli stesso la moglie di molti mariti -, per mascherare la propria calvizie, adottò, per solita acconciatura ed insegna, il lauro della corona trionfatrice: d'indi in poi il punzone impresse, incoronati dalle viridissime foglie, tutti li imperatori; ultimo se ne vanagloriò Napoleone il piccolo.
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