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      Si sentono i sapori, allor che 'l ciboMasticando si spreme in quella guisa
      Che si fa d'una spugna. Il succo espressoQuindi si sparge pe' meati obliqui
      Della rara sostanza della lingua:
      E del nostro palato, e, se di lisciSemi è composto, dolcemente tocca
      Gli strumenti del gusto e dolcementeGli molce e li solletica; ma, quanto
      Son più aspri all'incontro e più scabrosiGli atomi suoi, tanto più punge e lacera
      Del palato i confin: ma giù cadutoPer le fauci nel ventre, alcun diletto
      Più non ne dà, benchè si sparga in tutteLe membra e le ristori. E nulla monta
      Di qual sorte di cibo il corpo viva,
      Pur che distribuir possa alle membraConcotto ciò che pigli e dello stomaco
      Sempre intatto serbar l'umido innato.
      Ma tempo è d'insegnarti onde procedaChe vari han vario cibo, ed in che modo
      Quel che sembra ad alcuni aspro ed amaroPossa ad altri parer dolce e soave.
      Anzi è tal differenza in queste coseE tal diversità, che quello stesso
      Ch'ad altri è nutrimento ad altri puoteEsser tetro e mortifero veleno.
      Poichè spesso il serpente, a pena tóccoDall'umana saliva, in sè rivolge
      Irato il crudo morso onde s'uccide:
      E spesso anco le capre e le perniciS'ingrassan con elleboro, che pure
      Senza dubbio è per noi tósco mortale.
      Or, acciò che tu sappia in che manieraPossa questo accader, pria mi conviene
      Ridurti a mente quel ch'io dissi innanzi:
      Cio è, ch'i semi fra le cose in moltiModi son misti. Or; come gli animali
      Che prendon cibo son fra sè diversiNell'estrema apparenza, et ogni specie
      L'ambito delle membra ha differente;
      Così nascono ancor di vari semi


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330