Ora leggevasi nella gazzetta l'annunzio, che parecchi individui(198) fortemente sospettati d'essere ladroni, ma contro i quali non v'erano bastevoli prove, verrebbero pubblicamente esposti in abito da cavalcare a Newgate; verrebbero anche messi in mostra i loro cavalli: per ciò, tutti i gentiluomini ch'erano stati derubati, venivano invitati a vedere questa singolarissima esposizione. Ora offerivasi pubblicamente la grazia ad un ladro, ove avesse voluto restituire alcuni diamanti d'immenso valore, da lui rapiti, allorchè aveva fermata la valigia postale di Harwich. Breve tempo dopo, comparve un altro proclama, onde avvertire i locandieri, che l'occhio del Governo vegliava sopra essi. La loro criminosa connivenza, dicevasi in quell'avviso, agevolava ai banditi il modo d'infestare impunemente le strade. Che tali sospetti non fossero privi di fondamento, si argomenta dalle parole che sul letto di morte dissero alcuni ladroni pentiti di quel tempo, dalle quali e' pare ch'essi ricevessero dai locandieri servigi somiglievoli molto a quelli che il Bonifacio di Farquhar rendeva a Gibett(199).
Perchè un ladrone potesse prosperamente, e anche con sicurtà, esercitare il proprio mestiere, era necessario ch'egli fosse un destro cavalcatore, e che l'aspetto e i modi suoi fossero tali da convenire al padrone d'un bel cavallo. Egli quindi teneva una posizione aristocratica nella comunità de' ladri, mostravasi alle botteghe da caffè e alle case da giuoco più in voga, e scommetteva alle corse coi gentiluomini(200). E veramente, talvolta apparteneva a qualche buona famiglia ed era bene educato.
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