Va anche maggiormente notata la spensierata espansione della sua tenerezza, e il fraterno interesse ch'egli prende nella domestica felicità dell'amico. Se nasce un figlio a Bentinck, Guglielmo gli dice: "Io spero ch'egli viva, per essere buono come voi; ed ove io abbia un figliuolo, le nostre creature si ameranno, lo spero, come ci siamo amati noi(804)." Per tutta la vita egli seguita ad amare i piccoli Bentinck con affetto paterno. Gli chiama coi più cari nomi; nell'assenza del padre prende cura di loro; e quantunque gli rincresca di rifiutare loro cosa alcuna, non permette che vadano alla caccia, dove potrebbero correre il pericolo di ricevere un colpo di corno dal cervo inseguito, o abbandonarsi alle intemperanze d'una gozzoviglia(805). Se la loro madre si ammala nell'assenza del marito, Guglielmo, fra mezzo ad affari di gravissimo momento, trova il tempo di spedire parecchi corrieri in un giorno per recargli notizie della salute di lei(806). Una volta, come essa dopo una grave infermità è dichiarata fuori di pericolo, il Principe con fervidissime espressioni rende grazie a Dio: "Io scrivo lacrimando di gioia" dice egli(807). Serpe una singolare magia in coteste lettere, scritte da un uomo, la cui irresistibile energia ed inflessibile fermezza imponevano riverenza ai nemici, il cui freddo e poco grazioso contegno respingeva l'affetto di quasi tutti i partigiani, e la cui mente era occupata da giganteschi disegni che hanno cangiata la faccia del mondo.
E tanto affetto non era mal collocato.
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