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      Cecché si sia della verità di questa ragione, intorno alla quale non è ora nostro intendimento il discorrere, abbiamo ancor noi osservato questo medesimo effetto in sur una delle più alte torri di Firenze che ha braccia 142 d’altezza, come anche sopra diverse colline di quelle che la città coronano. Vedesi adunque manifestamente che l’altezza dell’argentovivo si varia in diversi luoghi della torre o del poggio, abbassandosi quanto più si va in alto e quanto più si scende innalzandosi, finché ridotto al piano si libra alla solita sua misura; né per rendere assai sensibile quest’effetto v’è bisogno di maggiore altezza che di cinquanta braccia.
     
      Così fatta osservazione fece animo ad alcuni d’aversi a valere d’un tale strumento per misuratore esattissimo dello stato di compressione dell’aria, credendosi che le varie altezze del cilindro d’argento (27) A B dovessero dimostrare senz’alcun fallo il diverso premere ch’ella fa sopra il livello stagnante C D, mercé delle diverse altezze che ell’ha in sua regione. Ma dalle molte varietà e dagli sregolati andamenti che in una lunga serie d’osservazioni vi apparvero fu reso dubbio questo pensiero: imperciocché lasciato questo strumento fermo ed immobile in uno stesso sito, piccolissime, e rade volte maggiori di due o di tre gradi mostrava quelle variazioni che per la sola diversa temperie di caldo e di freddo accadevano; e per lo contrario notabilissime ed oltre al numero di dodici gradi erano talvolta quelle che da altre cagioni a noi ignote e non apparenti si derivavano.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
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Firenze