- Madama di Lavallière! Chi era madama di La Vallière?
E lo domandarono alle casuccie in rovina, testimoni di tante cose passate, ai tisici alberelli, alle acque della laguna; ma gli alberi, l’acqua, le case tacquero, di cui punto mi maraviglio. Finalmente il parroco una domenica spiegò dall’altare il grande enigma, dicendo con voce solenne che la favorita del re di Francia era stata una santa. Si udirono allora echeggiar le navate del tempio di preghiere in orribili favelle, e la innocente e mistica fantasia dei pescatori vedeva in aria la santa assorgere al cielo ne’ fluenti suoi veli, in mezzo a un trionfo di cherubini. Preparato così egregiamente il terreno, il buon parroco a sue spese fece addobbar la chiesa e preparar la bara pel servizio funebre, e la riempì di cenci per non lasciarla vuota. La cerimonia fu lagrimosa: non la descrivo perchè farei piangere, ed anch’io piangerei. Copriva il feretro un tappeto verde, il medesimo sul quale il piovano giocava la sera a tresette col dottore, col sindaco e col campanaio, e fra le donne che componevano il mesto cortèo, si notavano tutte le monache di Mazzorbo, a loro edificazione.
Dopo questo avvenimento pietoso, l’infaticabile Marienis prese a perseguitare la comica Marchioni, onde ridurla a prendere il velo ed a lasciare il teatro, luogo di perdizione, anticamera dell’inferno. Questa volta il Buratti, che conosceva la Marchioni intus et in cute, non potè più trattenersi, e il buon parroco, vistolo in atto di scoccare una freccia contro di lui, gli dichiarò che lo avrebbe denunziato al Commissario di Polizia.
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