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      Ma quale uscita? Non avrebbe egli saputo dirlo: ma credeva confusamente che una se ne troverebbe.
      Quand'ebbe chiusa dietro sè la portiera, vide nella stanza dov'entrava, e che riusciva nel cortile, vide una persona che si andava tirando pian piano dietro la parete come per non esser veduta dalla stanza del colloquio; e s'accorse che era un servo il quale era stato ad origliare, e continuò a camminare senza far vista di nulla, per uscir nel cortile. Ma il servo fattosigli vicino gli disse sottovoce: «padre, ho inteso tutto, e le vorrei parlare».
      «Dite tosto».
      «Non posso qui: guai se il padrone o altri mi sorprende. Ma io so tante cose, e non mi regge la coscienza né il cuore... Vedrò di venir domani al suo convento».
      «Dio vi benedica; ma intanto?»
      «Non si farà nulla prima. Vada vada».
      «Dio vi ricompenserà: io non uscirò domani, e mi troverete certamente».
      «Vada vada per amor del Cielo, e non mi tradisca».
      Il volto del buon frate rispose a queste parole più chiaro che non avrebbe potuto qualunque discorso; il servo rimase, e il padre uscì nel cortile, quindi nella via, e respirò più liberamente quando si vide fuori di quella caverna. L'inaspettata proposta del servo confermò e crebbe la sua fiducia. - Ecco, diss'egli tra sè, un filo che la provvidenza mi pone in mano. - Così pensando guardò in alto e vide che il sole era poco discosto dalla cima del monte; e che non rimaneva che un'ora e mezzo di giorno. Allora benché affaticato per la via che aveva già fatto, e per quello che aveva detto e inteso, studiò il passo affine di poter riportare un avviso qual ch'e' fosse alle donne, come aveva promesso, e trovarsi al convento prima di sera.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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