NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     LA BUGIA PERDE LA LINGUA

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     ELLE bugie si legge nelle storie romane d'una ch'avea nome Lemma, figliuola dello imperatore Anastagio, la quale s'innamorò d'uno suo donzello ch'avea nome Amantino; e 'l donzello non vogliendo acconsentirle per paura dello imperadore, costei si pensò di farlo morire. Sicché passando un dì dinnanzi all'uscio della figliuola del re, dov'ella giacea, ella cominciò a gridare: Accorrete, accorrete ché Amantino m'ha voluta sforzare. E incontanente fu preso il donzello, e menato dinanzi allo imperadore, e fu domandato se era vero quello che dicea la donzella; ed egli rispose di no. E lo imperadore, si mandò per la figliuola, e domandò come era stato il fatto; ed ella non rispose niente. Ancora la domandò, ed ella niente rispondé. Ed essendo domandata più volte e niente rispondendo, disse un barone con modo di beffa: Ell'aver forse perduta la lingua. E lo imperadore si meravigliò forte di ciò, e felle cercare in bocca e trovossi avere perduta la lingua. E lo imperadore, veggendo questo miracolo, si fe' lasciare il donzello; e allora tornò la lingua di subito alla donzella ed ella manifestò la verità in presenza d'ogni uomo. Poi riconoscendosi peccatrice e del pericolo corso e del beneficio ricevuto sentendosi a Dio molto tenuta, entrò in un monistero; e qui finì la sua vita al servigio d'Iddio.




     IL PUZZO DELLA VANAGLORIA

     D
     ELLA vanagloria si legge ne' libri de' Santi Padri che una volta s'accompagnò uno Angiolo a forma d'uomo con un romito, e andando per la via si trovarono un cavallo morto che putiva molto forte; e il romito cominciò forte a strignersi il naso, e l'Angiolo parea che non lo curasse. E andando più innanzi si trovarono una bella donna in un giardino con molte belle robe, e con ogni modo di vanagloria. Allora l'Angiolo si cominciò a stringere il naso; e il romito guarda, e fanne beffe, e grande maraviglia. E avendo sospetto di lui disse: Dimmi, perché tu ti strignesti il naso per così bella cosa, come questa donna, e non lo ti strignesti per la carogna che noi trovammo innanzi? L'Angiolo disse: Perché pute più a Dio la vanagloria che tutte le carogne del mondo. E detto questo, subito gli sparì dinanzi. E allora conobbe il romito che egli era amico di Dio, e suo messo.


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