Opere di letteratura italiana e straniera |
El Grasso era stato ammutolato un'ora, e non gli pareva potere fare proposito, che al dirlo facessi per lui innanzi a Filippo, che sapeva che vedeva el pelo nell'uovo; ma questo sogno gli aveva racconcio la cappellina in capo, che la non gli poteva stare meglio, d'esser in uno viluppo inistrigabile: el dire di quel sogno d'uno dì e due notti gli pareva che avessi condito tutto el tempo de' travagli sua. E Filippo e Donato si facevano le maggiori maraviglie del mondo di questo sogno. Poi dice Filippo: A questo modo non pare che tu n'andassi preso tu, o Matteo; e tu di' pure che colui è stato pagato, e che tu se' stato in villa: questa è una matassa, che non la rinverrebbe Aristotile. Disse el Grasso, aguzzando la bocca, e menando el capo, e pensando forse quello che Matteo diceva, che gli pareva esser diventato lui, e quello che quel giudice gli aveva detto nella Mercatanzia: Filippo, queste sono nuove cose, e, per quello ch'i' senta, elle sono venute altre volte: Matteo ha detto, e voi avete detto, et anche io arei da dire, e forse tanto et in modo, che voi mi terresti pazzo; io mi voglio stare cheto: Filippo deh, non ne ragioniamo più. Et allora veramente gli parve che quello che aveva detto quel giudice, fusse una spressa verità, avendo tanti riscontri; e certissimamente per quei tempo gli pareva essere stato Matteo, e che Matteo fussi stato lui; ma rispetto a quel dormire, che Matteo avesse avuto meno travagli, e non di tanta importanza, né molto molesti, rispetto alla qualità di colui ch'egli era diventato.
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