NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     CASTITÀ EROICA

     D
     ELLA virtù della castità si conta nella Vita de' Santi Padri d'una monaca, della quale si era innamorato il signore della terra là dov'era questa monaca nel monastero: e avendola fatta richiedere più volte d'amore, ed ella sempre negando, il signore si levò un dì a furore, e sì andò a questo monastero, e trassela fuori per forza per volerla menare a casa sua. Veggendo la monaca che niente le valeva il chiedere misericordia, domandò lo signore il perché faceva tanta forza più a lei che a nessuna dell'altre, essendovene più belle di lei nel monastero. Rispose lo signore: Io lo faccio per gli occhi tuoi, che sono cotanto belli. Allora disse la monaca: Da che io veggio pure che questo vi piace, io ve ne lascerò saziare a vostro senno; lasciatemi tornare nella mia cella per mie cose, e poi verrò là dove voi vorrete. Allora il signore la lasciò andare, ed essa andò nella sua cella, e cavossi gli occhi, e poi fece chiamare il signore, e a lui disse: Poiché voi siete si vago dei miei occhi, toglieteveli, e fatene ciò che voi volete. Allora si partì lo signore tutto quanto smarrito e forte turbato; e la monaca salvò la sua castità volendo innanzi perdere gli occhi; secondo che dice il Vangelio.




     FRANCESCO DA BARBERINO

     L' INDEMONIATA

     U
     NA si mostrava indemoniata, ed era molto bella, e i suoi capelli avea molto cari, e certo di ciò non mi maraviglio, che molto gli avea belli. Durò gran tempo, e il padre e madre non n'aveano più, e tutto di piangeano; e scongiuri ed altre cose aveano fatte assai, e non valea. Andovvi uno mio caro amico in compagnia d'uno suo cugino, vide sua maniera, ed ebbe conosciuta sua mattezza. Pensò di guarilla: trassesi in parte col padre, e dissegli il vero. Accordossi col padre e colla madre di fare ogni vista che potesse, non venendo ai fatti, perocché troppo n'erano teneri. Acciocché facesse loro vedere che dicea vero, tenne questa via in presenza di loro due, e di lei, e di me. Disse: Questi diavoli, che costei ha in corpo sono di sì fatta generazione, che non andranno se non per fuoco: fatemi portare una conca grande di fuoco, e uno ferro sottile, e leghiamo lei in su questo desco,e col ferro caldo le foriamo la testa. Dissi io: El ci sana forse rischio. Diss'ello: Senza rischio non è mai, forse, che campa, e s'ella campa, ella si è guarita. Disse il padre: Io la voglio anzi in questo rischio, che vederla così fatta. E ella pure cinguettava, e mostrava di non intenderci. Disse l'amico mio: Legatela. Fue presa e legata a forza. Disse ello: Per veder meglio come noi dobbiamo fare, e per meglio sanare la piaga portatemi le forbici, ed intanto ch'el ferro si scalda tondialle i capelli. Immantanente che questa parola fue detta, ed ella chiamò la madre, e disse: Io mi sento per questo legare e per questo fuoco tutta mutata; forse che li diavoli hanno paura. A questo dicemo noi: Ora è buono andare dietro alla medicina: allora pigliò il padre le trecce, e disse: Taglia; e a questo ella disse alla madre in segreto: Non vi bisogna, che io sono guarita.


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