Opere di letteratura italiana e straniera |
A cui Nuto rispose: - Io lavorava un loro giardino bello e grande, e oltre a questo, andava alcuna volta al bosco per le legne, attigneva acqua e faceva cotali altri servigetti; ma le donne mi davano sì poco salaro, che io non ne potevo appena pure pagare i calzari. E oltre a questo, elle son tutte giovani e parmi ch'elle abbiano il diavolo in corpo, ché non si può far cosa niuna al loro modo; anzi, quand'io lavorava alcuna volta l'orto, l'una diceva: "Pon qui questo" e l'altra: "Pon qui quello", e l'altra mi toglieva la zappa di mano e diceva: "Questo non sta bene", e davammi tanta seccaggine, che io lasciava stare il lavorio e uscivami dell'orto, si che, tra per l'una cosa e per l'altra, io non vi volli star più, e sonmene venuto. Anzi mi pregò il castaldo loro, quando io me ne venni, che, se io n'avessi alcuno alle mani che fosse da ciò, che io gliele mandassi, e io gliele promisi: ma tanto il faccia Dio san delle reni, quanto io o ne procaccerò o ne gli manderò niuno.
A Masetto, udendo egli le parole di Nuto, venne nell'animo un desidero sì grande d'esser con queste monache, che tutto se ne struggea, comprendendo per le parole di Nuto che a lui dovrebbe poter venir fatto di quello che egli disiderava; e avvisandosi che fatto non gli verrebbe se a Nuto ne dicesse niente, gli disse: - Deh, come ben facesti a venirteme! che è un uomo a star con femine? egli sarebbe meglio a star con diavoli: elle non sanno delle sette volte le sei quello che elle si vogliono elleno stesse. |