NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Pur così fatta se la mise in testa; e salito a cavallo con una sopravvesta di ragnateli, profilata di paglia, uscì in su la piazza, là dove di due ore ogni cosa era finito. Quelli che vedeano costui, diceano: - Buono, buono! a bell'otta: costui dee essere pazzo.
     Diceano altri: - Onde diavolo esc'egli? a me par che venga da Nepi.
     E altri diceano: - Egli esce di qualche stalla; ché si dovea essere fuggito per paura.
     E così si fermò là, dove si pone il Saracino; e volgendosi attorno dicea: - E dove ci sono quissi, che fanno romore? per certo, che me ce li scanno.
     Alcuni gli s'accostano, e dicono: - Messer l'esecutore, andatevene a casa, ch'egli è spento.
     E altri diceano: - Andate a farvi scuotere, e poi tornate, ché voi siete pieno di ragnateli.
     E in questo si volgea verso le finestre de' Signori, facendo segno, se voleano che facesse alcuna cosa. I Priori gli mandarono a dire che s'andasse a disarmare, e ch'egli avea avuto l'onore, perocché 'l campo era rimaso a lui. Questo esecutore se n'andò; e nel vero gli parve rimanere vituperato; e disarmato che fu, si pensò di rimediare alla vergogna, e l'altro dì ebbe fermato una inquisizione addosso a Rinuccio di Nello, per turbare il pacifico stato. E 'l detto Rinuccio ricorse a' Signori, chiamando mercè per Dio, che per un suo cavallo gagliardo e di gran cuore non fesse disfatto. I Priori avendo diletto di più cose con lui, mandarono per lo esecutore, il quale non poterono rimuovere in quattro dì, che lo volea pur condennare, o gittare a bacchetta. Alla fine pur stette contento al quia, e allo esecutore parve avere grandissimo onore, dolendosi più d'un mese che non avea potuto fare justizia; e così si rimase la cosa.


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