NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Andando la nominanza per la città di Sutri come Orlandino era figliuolo di Milon D'Angrante, e che Berta, madre di Orlandino, era sorella di Carlo, tutta la gente della città correva per vedere venire Berta e Orlandino. E andò per lei Bernardo di Chiaramonte, Amone di Dordona, Buovo D'Agrismonte, Namo, Salamone, Uggieri, Agnentino, il marchese Berlingheri, Grifone, Gano, Guglielmo e Ghinamo. Volevano vestire Orlandino di ricchi panni, ma egli non volle altro che la sua vesta a quartieri, ch'egli ebbe da' fanciulli; e fu messo in su uno ronzino, e sempre, per paura di non perdere la madre, le andava a lato. E con grande onore tornarono a Sutri, e smontati al palazzo ov'era Carlo, furono menati in su la sala. Namo, Salamone e Uggieri la menarono dinanzi a Carlo, ed ella piagnendo si gli gittò ginocchioni a' piedi, e Orlandino era in mezzo de' tre baroni. Berta addimandò misericordia e perdonanza a Carlo. Carlo non poté temperare l'ira, ch'egli alzò il piè destro e dielle sì grande il calcio nel petto, ch'ella cadde rovescio. Allora Orlandino si gittò a dosso al siniscalco di Sala, che aveva uno bastone in mano, e per forza lo gittò in terra e tolsegli il bastone; e voleva correre a dosso a Carlo per dargli di quello bastone in su la testa, e appena che' baroni lo potessero affrenare. El duca Namo, Salamone e Uggieri trassono le spade, e furono tratte più di cinquecento spade in su la sala; e se Berta non si fosse posta ginocchioni un'altra volta e disse: - O carissimo fratello; tu hai ragione; e come, piglia sopra di me ogni vendetta che ti piace, - la cosa sarebbe riuscita gran male per la promessa che aveva fatto Carlo a' tre baroni. Berta, poi ch'ebbe detto: - Piglia di me ogni vendetta, - disse: - Fratello mio, almeno ti sia raccomandato questo garzonetto, e se possibile è, perdona me per suo amore. - Allora fu vinto Carlo, e incominciò a lagrimare, e vergognossi di quello che aveva fatto d'avere rotta la promessa fede, e che egli s'aveva lasciato vincere all'ira. Allora abracciò Berta e baciolla in fronte, e perdonolle. Per questo fu racchetato tutto 'l romore e pacificato ogni cosa. Carlo perdonò a Milon d'Angrante, e fecionne i tre baroni cavare carta, e fu bene pubblicato per la città e fatto palese per tutta la corte e scritto Carlo al Pastore di Roma che facesse pubblicare che Milon D'Angrante era ribandito e ricomunicato; e facesi grande festa e allegrezza. Carlo accettò Orlandino per suo figliuolo adottivo, e appresso fece ordinare di partirsi da Sutri con la sua baronia, e ritornossi verso Franza con Berta e con Orlandino. E sempre Carlo voleva Orlandino dinanzi da sé; e tantò l'amò, che s'egli fusse figliuolo nato del suo corpo, non l'arebbe potuto più amare. E passò Toscana e Lombardia e l'Alpe e l'Appennino e giunse in Franza, dove si fece grande festa della sua tornata e della ritornata di Berta, e di Milon ch'era ribandito e ricomunicato.


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