La piazza (chiazza) è avanti la Chiesa, è il luogo di riposo e di diporto nelle domeniche per i braccianti; e il nostro vuole che quivi non lo molestino, perché egli è puntuale, e non che cinque pagherà mille debitori, ma a poco a poco. La domanda è onesta, ma il difficile in Calabria è di trovare un creditore che ti dia respiro.
Si mi faciti pua sempri 'ngrignari,
Iu mai né pagu a tia, né pagu a chilli;
Ma mi fazzu na mazza 'e nu cantaru,
E a tia ni dugnu sette, e cientu a chilli.
Ed ecco qui l'indole nuda del Calabrese. Con le buone ne fate a vostro senno; ma se lo fate adirare ('ngrignari), non solo non paga a te ed agli altri, ma si procaccia una mazza del peso d'un cantaio e la darà a te sette volte per le spalle, e cento per le altrui.
2 luglio 1864.
*
Uscita la stagione della semina, i nostri braccianti si adoprano in tutt'i modi per vivere. Altri pigiano le uve nei palmenti, e nei tini, altri corrono alle fungaie sul cadere delle prim'acque, altri rassettano le castagne, e calzati di zoccoli le sgusciano dopo che son secche nel metato, altri pigliano il mestiere del manovale o del carbonaio, altri fa panieri, o fusti per basti, o cerchi per botti, ed altri diventa fattoiano, ossia trappettaio. Non tutti però sono abili a queste sorte mestieri, né ogni paese offre occasione di esercitarli; e però il piú che altro non sa che trattare la zappa o la vanga emigra in lontane contrade, e Sicilia ne riceve ogni anno nude, innumerevoli, e fameliche schiere.
| |
Chiesa Calabria Calabrese Sicilia
|