Ma non parlano così il Noodt, il Fleury, il Bartolotti e varj altri, i quali ben [136] lontani dall'ammettere in Dio quell'imperfezione che sogna Baile, ma premurosi egualmente di rimovere dagli increduli ogni corporale castigo, dicono che v'è gran divario tra il governo degli Ebrei e quello de' Cristiani, e che l'Infedeltà fu bensì delitto di lesa divina maestà nell'antica alleanza, in cui l'eletto popolo era regolato da provvidenza divina, ed il suo governo era teocratico: ma non lo è adesso che hanno i Fedeli i loro sovrani dai quali sono governati temporalmente, e la loro Infedeltà non reca più alcun danno o ingiuria a chi li governa. Niun diritto hanno essi ora di castigarli: niuno ne ha la Chiesa, la quale più che i rigori di Mosè e d'Elia deve imitare la tolleranza di quegli Ebrei, che non si accomunavano solamente cogli Eretici degli ultimi tempi della legge antica, coi Farisei, coi Sadducei, cogli Esseni ed altri settarj, ma li sollevavano anche ai primi onori. Così la discorrono costoro meno empiamente del Baile, non però meno irragionevoli e strambi: non così S. Paolo, che dopo d'aver'accennati agli Ebrei i rigori del vecchio Testamento dice senz'eccezione che gl'increduli meritano adesso trattamenti peggiori: quanto magis putatis deteriora mereri supplicia qui filium Dei conculcaverit, et sanguinem testamenti pollutum duxerit in quo sanctificatus est, et spiritui Gratiae contumeliam fecit(361)? E furono dai loro assai diversi i ragionamenti e di S. Cipriano, che avendo sott'occhio con quanta fedeltà ed esattezza fu eseguito ai tempi dell'antica alleanza il divin precetto di castigare con ogni severità gli oltraggiatori del divin culto, quod si, soggiunge, ante adventum Christi circa Deum colendum, idola spernenda haec praecepta servata sunt, quanto magis post adventum Christi(362)? e dello stesso Enrico Coccejo, benchè Protestante, il quale nella diversità dello stato presente in vece di trovare come sottrarre i malvagi dal meritato castigo doppio anzi ravvisa il motivo di castigarli, tum quia in legem Moysis peccant, tum quia praecepta Salvatoris floci habent(363). Con chi ve la terrete voi, coi Tollerantisti impostori e appassionati, che tutto sconvolgono a capriccio perchè riesca utile o non contrario almeno al loro partito, o con S. Paolo [137] ed i SS. PP., che tutto hanno ponderato senz'interesse e passione sulle bilance del santuario?
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