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      Che confusione d'idee! che scompaginamento di cose! che ruina universale di tutto il mondo cattolico! Non è necessario che siano qui riferiti a minuta tutti i disordini che derivano da sì storte massime, perchè sono così evidenti che sa rilevarli chiunque le ascolta. È però necessario che in tanta confusione di cose io separi il vero dal falso, il domma dall'opinione, dalla luce le tenebre, perchè possiate meglio schivare quell'insidie, che i novatori vanno coprendo con tante invenzioni e raggiri.
      E vi ripeto in primo luogo che non può esser confusa nè nei Vescovi nè negli altri ministri ecclesiastici la podestà d'Ordine con quella di giurisdizione e regime: ed il Concilio di Trento che ha fulminata la scomunica contro chiunque dicesse che un Prete non ha bisogno che della sua consagrazione per assolvere validamente(592), ed ha dichiarato che un Vescovo canonicamente preconizzato dal Papa può esercitare la giurisdizione nella sua diocesi anche prima d'essere consacrato(593), ha tolto a tutti i Fedeli la libertà di confonderle. Ha poi l'Ab. Bolgeni nel suo bel libro dell'Episcopato(594) portato tant'altre prove per confermare questa verità da non poterne più dubitare in alcun modo. Nulla direi dell'origine di questa giurisdizione, come di cosa nella quale trovo divisi i nostri canonisti e teologi in discordi pareri, se di questi stessi non abusassero i nostri avversarj per dedurre al solito le strane loro conseguenze. Niuna delle accennate opinioni è di Fede: e per quanto la prima sia sembrata all'immortal Lambertini(595) e sembri anche a me assai meglio fondata e più coerente all'espressioni di S. Ottato Milevitano, che dice di S. Pietro, che bono unitatis et praeferri Apostolis omnibus meruit, et claves regni Caelorum communicandas caeteris solus accepit(596), e di S. Leone il quale dello stesso S. Pietro assicura(597), che si quid cum eo commune caeteris voluit esse principibus, nunquam nisi per ipsum dedit quidquid aliis non negavit, e del Sinodo d'Aquileja, al quale presiedette S. Ambrogio, che della Chiesa di Roma dice, che inde in omnes venerandae communionis jura dimanant(598); l'altra però, che ammette [257] non che il carattere vescovile ma la giurisdizione ancora da Dio immediatamente, e dopo molte dispute e contrasti è stata lasciata indecisa dal Concilio di Trento, può essere sostenuta tuttora senza notabile censura.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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